L’infortunio come parte del processo di carriera
L’infortunio rappresenta molto spesso un evento a cui vengono sottoposti gli atleti di alto rendimento all’interno della propria carriera sportiva. Può essere legato a molteplici fattori (e.g., alti carichi di allenamento, sforzi prolungati nel tempo con sovraccarico a livello muscolare e articolare) che rappresentano una costante per chi decide di intraprendere una carriera professionistica.
Essendo un evento spesso ricorrente, per il professionista è determinante avere un approccio funzionale e che tenga conto, oltre della parte fisica e riabilitativa, anche della componente mentale che gioca un ruolo cruciale in certe situazioni.
Cultura dell’infortunio
Perché è così potenzialmente spaventoso per un atleta subire un infortunio?
Le motivazioni possono essere molteplici. Molto spesso l’atleta, davanti ad un infortunio di entità maggiore (come può essere una rottura completa del crociato), percepisce che la propria struttura ha subito un danno irreparabile e che non potrà tornare ai precedenti livelli di rendimento. Questo è supportato da emozioni che tipicamente vengono sperimentate e accompagnano il dolore fisico in tali situazioni come paura, ansia, tristezza e rabbia.
La percezione culturalmente trasmessa gioca un ruolo in tutto questo. La parola “infortunio” deriva infatti dal latino “infortunium” che significa “sfortuna” portando ad attribuire a questo tipo di eventi due potenziali ed immediate caratteristiche: il fatto che sia negativo e al di fuori della nostra portata.
Gestione dell’infortunio
Favorire un’accurata e funzionale gestione dell’infortunio necessita di una revisione di questa connotazione culturale.
Prima di tutto è fondamentale iniziare a considerare l’infortunio come possibile parte del proprio percorso di carriera. Questo aiuta infatti a normalizzare questo tipo di eventi che possono altrimenti facilmente gettare nello sconforto l’atleta.
Riuscire a fare questo switch a livello mentale permette di vedere, soprattutto nella fase acuta post-infortunio, quell’evento come parte di un processo piuttosto che come una fatidica e sfortunata conclusione.
Mindset che risulterà poi essere funzionale anche all’interno della fase di riabilitazione e successivo ritorno allo sport permettendo all’atleta di riprendere il proprio percorso di carriera mantenendo alta la propria motivazione; fattore che risulta essere determinante, come evidenziato dal Dr Matassi, nella ripresa del livello prestativo pre-infortunio, così come nella gestione emotiva del rientro alla competizione.
Quando la “sfortuna” diventa “fortuna”
Paradossalmente nell’infortunio l’atleta può acquisire delle consapevolezze fondamentali per la propria crescita e carriera. Può infatti rendersi conto di quanto sia importante dedicare tempo alla gestione di aspetti fondamentali che contornano l’attività sportiva sul terreno di gioco.
Ci sono atleti professionisti che proprio grazie a questo tipo di eventi iniziano a dedicarsi maggiormente in termini di prevenzione, così come a curare meglio la propria alimentazione per meglio nutrire il proprio corpo e, non per ultimo, a investire energie per ottimizzare la propria preparazione mentale. (inserire immagine 3)
Fattori che possono permettere all’atleta di crescere e migliorare anche grazie a tale evento di natura potenzialmente stressante.
Lo stesso Albert Einstein diceva:
“[…] La crisi è la più grande benedizione per le persone e per le nazioni perché porta progresso. La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato. […] È nella crisi che il meglio di ognuno di noi affiora perché senza crisi qualsiasi vento è una carezza. […]
L’ unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla”
Benedire la crisi di un infortunio non è facile neanche per un atleta aperto e forte mentalmente, ma riuscire ad accettare tale evento ci permette di metterci in un assetto sfidante di crescita. Riuscendo a gestire tale processo come se fosse una partita da giocare con un nuovo avversario inizialmente spaventoso, ma potenzialmente enormemente allenante.
La Psicologia a supporto dell’atleta
Negli ultimi anni ci stiamo sempre più rendendo conto di quanto la parte mentale rappresenti un aspetto determinante per raggiungere alti livelli di rendimento costanti nel tempo.
Chiedere il supporto di un professionista specializzato in Psicologia dello sport e del rendimento dovrebbe esser visto come una forza dell’atleta che, consapevole del proprio potenziale, decide di iniziare un percorso per performare al meglio delle proprie capacità. Questo può avvenire sia in un momento felice di carriera che in un momento di transizione come può essere appunto un infortunio.
..e magari quella decisione e quell’incontro con il professionista può rappresentare davvero una fortuna per quello sviluppo di carriera e non solo.
Dr Gabriele Costanzo
Psicologo dello sport e del rendimento
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